Pinocchio non potendo rispondere con le parole, a motivo delle monete che aveva in bocca, ha fatto mille pantomime, per dare ad intendere a quei due che lui era un povero burattino e che non aveva in tasca nemmeno un centesimo falso.
– Via, via! Meno ciarle e fuori i denari! – hanno gridato i due briganti.
E il burattino ha fatto con il capo e con le mani un segno, come dire: «Non ne ho».
– Metti fuori i denari o sei morto, – ha detto l’assassino più alto di statura.
– Morto! – ha ripetuto l’altro.
– E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
– Anche tuo padre!
– No, no, no, il mio povero babbo no! – ha gridato Pinocchio con accento disperato: ma nel gridare così, gli zecchini gli sono suonati in bocca.
– Ah furfante! dunque i danari li hai nascosti sotto la lingua? Sputali subito!
E Pinocchio, duro!
– Ah! tu fai il sordo? Aspetta un po’, ché penseremo noi a farteli sputare!
Difatti uno di loro ha afferrato il burattino per la punta del naso e quell’altro l’ha preso per la bazza, e hanno cominciato a tirare uno per in qua e l’altro per in là, per costringerlo a spalancare la bocca: ma la bocca del burattino pareva ribadita.
Allora l’assassino più piccolo di statura, ha cavato fuori un coltellaccio, ha provato a conficcarglielo a guisa di[76] leva e di scalpello fra le labbra: ma Pinocchio, lesto come un lampo, gli ha azzannato la mano con i denti, e dopo avergliela con un morso staccata di netto[77], l’ha sputata; e figuratevi la sua meraviglia quando, invece di una mano, si è accorso di avere sputato in terra uno zampetto di gatto.
Incoraggiato da questa prima vittoria, si è liberato degli assassini, e ha cominciato a fuggire per la campagna. E gli assassini a correre dietro a lui, come due cani dietro una lepre: e quello che aveva perduto uno zampetto correva con una gamba sola.
Dopo una corsa di quindici chilometri, Pinocchio non ne poteva più. Allora si è arrampicato su per il fusto di un altissimo pino e si è posto a sedere in vetta ai rami. Gli assassini hanno tentato di arrampicarsi anche loro, ma giunti a metà del fusto sdrucciolarono e, ricascando a terra, si sono spellati le mani e i piedi.
Non per questo si sono dati per vinti[78]: anzi, raccolto un fastello di legna secche a piè del pino, hanno appiccato il fuoco[79]. Il pino è cominciato a bruciare. Pinocchio, vedendo che le fiamme salivano sempre più e non volendo fare la fine del piccione arrosto, ha spiccato un bel salto di vetta all’albero, e via a correre daccapo attraverso ai campi e ai vigneti. E gli assassini dietro, sempre dietro.
Intanto cominciava a baluginare il giorno e si rincorrevano sempre; quand’ecco che Pinocchio si è trovato sbarrato il passo[80] da un fosso largo e profondissimo, tutto pieno di acqua sudicia, colore del caffè e latte. Che fare? «Una, due, tre!» ha gridato il burattino, e è saltato dall’altra parte. E gli assassini sono saltati anche loro, ma, patatunfete[81]!.. sono cascati giù nel bel mezzo del fosso. Pinocchio che ha sentito il tonfo e gli schizzi dell’acqua, ha urlato ridendo e seguitando a correre:
– Buon bagno, signori assassini!
Ma, voltandosi a guardare, si è accorto che gli correvano dietro tutti e due, sempre imbacuccati nei loro sacchi, e grondanti acqua.
15
Gli assassini inseguono Pinocchio; e dopo averlo raggiunto, lo impiccano a un ramo della Quercia grande
Allora il burattino era proprio sul punto di gettarsi in terra, quando ha visto fra mezzo al verde cupo degli alberi biancheggiare in lontananza una casina candida come la neve.