Sinceramente non ho nessuna speranza. In prima mi provoca disagio la natura di Lucrezia, che è onestissima. Poi, come sai, ha il marito ricchissimo che si lascia governare da lei[6], e, se non è giovane, non è del tutto vecchio, come pare. Per di più non ha parenti o vicini, con cui lei potrebbe visitare qualche festa o qualche altro evento, dove possono divertirsi le ragazze giovani. Nessun artigiano capita a casa sua; tutti i suoi servitori hanno paura di lei: in modo che non c’è luogo ad alcuna corruzione.
Ma credo che, nonostante questo, c’è sempre speranza! Anche se è debole e vana, ma la voglia e il desiderio, che l’uomo ha di fare la cosa, la rende possibile.
Ci sono tre cose che mi fanno sperare: la prima è la semplicità di messer Nicia: anche se è dottore, è il più semplice ed il più sciocco uomo di Firenze. L’altra è la voglia che lui e lei hanno d’avere figli: nonostante il fatto che abbian vissuto sei anni sposati, non ne hanno ancora fatti, e, essendo ricchi, muoiono del desiderio di averne. La terza è che tu hai con messer Nicia una stretta amicizia. Lo so che non ti invita a mangiare con lui, ma ti presta a volte i soldi. Io prometto, se ce la facciamo, di donarti una buona somma; altrimenti facciamo insieme una cena, ché comunque io non mangerei solo.
Magari potresti convincere messer Nicia ad andare con la sua donna al bagno in questo maggio? Potrebbe quel luogo farla diventare d’un’altra natura, perché in tali luoghi si festeggia sempre; ed io andrei là, e ci organizzerei tutti i tipi di divertimenti, spenderei molti soldi, a poco a poco diventerei il loro amico, entrerei in casa loro… che so io? Da cosa nasce cosa.[7]
Grazie in anticipo,
Un caro saluto
Callimaco
Messer Nicia, Ligurio
MESSER NICIA – Credo che i tuoi consigli siano buoni[8], e ne ho parlato ieri sera con mia moglie: ha detto che mi risponderebbe oggi; ma, a dirti la verità, io non ne ho gran voglia.
LIGURIO – Perchè?
MESSER NICIA – Perché non voglio partire da casa mia. Inoltre, ho parlato ieri sera con molti medici: uno mi dice di andare a San Filippo, l’altro alla Porretta, e l’altro alla Villa; e a dirti la verità, questi dottori di medicina non si intendono di quello che dicono.
LIGURIO – Mi immagino quanto fastidioso sia per Lei partire dalla Sua città, perché non è abituato a perdere di vista la Cupola[9].
MESSER NICIA – Ti sbagli. Quando io ero più giovane, io viaggiavo molto: ho visitato ogni fiera a Prato, ho visto ogni castello nella zona; per di più: sono stato a Pisa ed a Livorno!
LIGURIO – Deve avere visto la carrucola di Pisa.
MESSER NICIA – Tu vuoi dire la Verrucola.
LIGURIO – Ah! sì, la Verrucola[10]. A Livorno, ha visto il mare?
MESSER NICIA – E certo che l’ho visto!
LIGURIO – E’ molto più grande dell’Arno?
MESSER NICIA – Dell’Arno? E’ più grande quattro volte, sei volte, più di sette volte! Non si vede che[11] acqua, acqua, acqua.
LIGURIO – Io mi meraviglio: lei ha visto tanti posti e prova difficoltà di andare ad un bagno.
MESSER NICIA – Tu hai la bocca piena di latte[12]. E ti pare semplice lasciare tutta la casa? Pure, io ho tanta voglia d’avere figli, che sono pronto a tutto. Potresti per favore parlare tu con questi medici? Chiedigli dove mi consigliano di andare. Io intanto sarò con mia moglie. Ci vediamo dopo.
LIGURIO – A più tardi!
Ligurio, Callimaco
LIGURIO – In tutto il mondo non c’è uomo più sciocco di questo; e quanto la Fortuna lo ha favorito! E’ ricco, ha una moglie bella, saggia, che si veste ottimamente e che potrebbe governare un regno. E mi pare che raramente succeda come dice il proverbio